Che l’attività fisica, da una semplice passeggiata a uno sport intenso, faccia bene è risaputo, ma farlo all’aria aperta è ancora meglio.
Diversi studi scientifici evidenziano che nella popolazione fisicamente attiva (che pratica attività fisica moderata tutti i giorni o quasi) si ha una riduzione del 30-50% del rischio relativo di malattie coronariche rispetto alla popolazione sedentaria, a parità di altri fattori di rischio.
Uno studio effettuato nel 2009 su 350.000 pazienti da 195 medici di famiglia olandesi ha evidenziato che per 15 delle 24 patologie esaminate la frequenza delle malattie croniche (cardiopatie coronariche come angina e infarto, disturbi scheletrici, ansia, depressione, infezioni respiratorie, cefalea, vertigini, infezioni delle vie urinarie, diabete) era inferiore in chi viveva a meno di 1 km di distanza da parchi o aree verdi. Non solo, in uno studio analogo giapponese del 2002, gli autori hanno studiato l’associazione a Tokio tra la presenza di aree verdi vicino alla casa di residenza e la sopravvivenza di 3.144 anziani. Ne è risultato che la probabilità di sopravvivenza a 5 anni era direttamente proporzionale allo spazio disponibile per camminare, al numero di parchi e di strade alberate vicino al domicilio, alle ore di esposizione al sole della casa e all’affermazione di voler continuare a vivere nello stesso quartiere.
Quindi, se muoversi fa bene, muoversi nel verde fa ancora meglio.
Lo sport praticato in ambienti aperti permette di respirare aria pura, migliorando l’efficienza dell’atto respiratorio. Le radiazioni solari, inoltre, esercitano un’azione curativa e preventiva nei riguardi di alcune malattie ossee o polmonari perché favoriscono la produzione di vitamina D.
Inoltre fare attività fisica su un prato naturale è più sicuro per articolazioni e muscolatura: sui manti erbosi naturali si ha un miglior appoggio delle calzature, l’erba esercita un maggiore attrito in caso di umidità e quindi minori possibilità di scivolare e cadere, senza contare la maggiore elasticità e sofficità rispetto a qualunque altra superficie. Non per niente molti atleti professionisti preferiscono giocare sulle superfici naturali invece che su quelle sintetiche.
Uno studio del Cnr (Centro nazionale ricerche) ha evidenziato, infine, come obesità infantile, attività fisica e livello di urbanizzazione siano collegati tra loro: per i bambini è importante sia la regolarità dell’esercizio sia il tempo impiegato. Fino ai 10 anni – recita lo studio – la dimensione del divertimento va privilegiata rispetto a quella della competizione ed è quindi importante aumentare nelle città gli spazi di verde pubblico attrezzato.
Fonti consultate
“Spazi per camminare, camminare fa bene alla salute”. A cura di Armando Barp e Domenico Bolla, edizioni Marsilio (2009).
“Spazi verdi da vivere”. Pubblicazione a cura dell’Azienda ULSS 20 ed Università Iuav di Venezia.
“Physical activity, adiposity and urbanization level in children: results for the Italian cohort of the IDEFICS study” – Pubblic Healt Journal, Volume 127, Issue 8, Pages 761–765 (2013).
WHO, Physical Activity – www.who.int/dietphysicalactivity/publications/facts/pa/en
“Physical activity decreases cardiovascular disease risk in women: review and meta-analysis». Am. J. Prev. Med., Y. Oguma, T. Shinoda-Tagawa.
www.sementi.it
Tag:benessere, prati naturali, sostenibilità ambientale, Sport