Di solito la parola inquinamento evoca nella nostra mente ciminiere, gas di scarico e condotte fognarie che scaricano dentro i fiumi. Eppure esistono fonti di inquinamento meno note ma altrettanto dannose per la nostra salute: i rumori.
Chi vive in una grande città ha esperienza quotidiana dell’inquinamento acustico, una minaccia costante alla qualità della nostra vita, causa di stress psichico e fisico. Molte ricerche specialistiche hanno infatti dimostrato come l’incidenza di disturbi del sonno, infarti, ictus, ipertensione e malattie cardiovascolari, sia più diffusa tra la popolazione che vive nella congestione di città particolarmente rumorose, rispetto a quella meno sottoposta ai rumori.
L’inquinamento acustico può essere causa di ansia ed irritabilità nei bambini e di depressione negli adulti, ma l’Organizzazione mondiale della Sanità sostiene che in Europa l’inquinamento acustico rappresenti il secondo problema di rischio ambientale. Inoltre uno studio condotto nel 2001 negli Stati Uniti sostiene che, quando persistente, può causare gravi affezioni negli anziani, o aggravarle quando preesistenti.
Il verde urbano, ancora una volta, è una risorsa fondamentale per contrastare questo rischio: la vegetazione arborea ed arbustiva può contribuire ad attenuare i rumori mediante l’assorbimento, la riflessione e la rifrazione delle onde sonore. Non per niente la legge n. 10/2013 (Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani) all’art. 1 comma 1 riconosce agli spazi verdi urbani un ruolo essenziale nel miglioramento della «vivibilità degli insediamenti urbani».
Le foglie delle essenze che costituiscono un prato naturale, oltre che assorbire le emissioni tossiche prodotte dalla combustione dei gas di scarico e trattenere polveri e inquinanti dell’aria, sono in grado di attenuare il fastidio procurato dal rumore del 20-30%.
Le onde sonore sono infatti fortemente influenzate dalla tipologia di superficie che incontrano durante la loro diffusione: i prati, costituiti da tanti “fili di erba” offrono una superficie molto irregolare e flessibile, in grado di smorzare le onde sonore, assorbendo ed attenuando quindi i rumori del traffico, dei lavori in corso, delle industrie, ecc. In questo senso basti pensare che i prati presenti sugli argini delle autostrade riducono il rumore del traffico due volte di più rispetto alle pavimentazioni artificiali. Inoltre altri studi hanno dimostrato che se un prato naturale viene disposto su una barriera inclinata verso una fonte di rumore, questo viene ridotto da 8 a 10 decibel.
Considerando che, per evitare guai seri alla nostra salute, l’Oms raccomanda il rispetto delle soglie di esposizione fissate a 65 decibel durante il giorno e a 55 nel corso della notte, il prato naturale conferma il suo importante ruolo di “salva vita”.
Fonti consultate
«Burden of disease from environmental noise. Quantification of healthy life years lost in Europe» – Oms Europa, Joint Research Centre (Jrc) della Commissione europea (2011).
Manuale per tecnici del verde urbano, Regione Piemonte.
www.tuttogreen.it
www.sementi.it
www.thelawninstitute.org
Tag:inquinamento acustico, prati naturali, rumore, salute, sostenibilità ambientale